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al testo di Rosetta Sacchi
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Spesso l’inquietudine amara ha fermato i miei passi ha bruciato le parole sulle labbra come stoppie in mezzo al campo mi ha restituito pensieri monchi. E le ali sono rimaste lì, come un sogno precluso alle mie notti. Ho guardato il vuoto come si guarda un foglio vergine senza segni o immagini e percorsi e poi come si guarda un foglio nero senza luci né ombre né colori ed ho atteso senza sapere cosa avrebbe spazzato via la mia inquietudine ed ho atteso che il giorno al suo declino mi promettesse la luna in un profilo vago e che la notte le raccontasse storie per trattenerla in cielo. Alla luna ho domandato se sono più gli amanti che i poeti a farfugliare parole incomprensibili a prendersi per mano come bambini a confidar segreti o a sognare. |
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